venerdì 15 ottobre 2010

Succede alla Jacobs...

L'altro giorno il mio compagno di ufficio (tedesco) pareva impazzito.
Non è mai stato proprio un tipo mediterraneo, ma l'altra mattina era sempre e solo scuro in viso, non parlava, guardava basso, anzichè parlare ciancicava.
Dopo pranzo gli ho chiesto se andava tutto bene.
Lui non riusciva a guardarmi in faccia, ha bofonchiato delle cose, poi si è alzato di scatto dalla sedia con un
- You will know...you will know...
ed è uscito.
Cacchio vuol dire "lo saprai...lo saprai..." ??

Siccome non tornava ed ero in giro a fare delle fotocopie, l'ho incrociato nei corridoi, e gli ho chiesto ancora se potevo aiutarlo in qualcosa e se voleva parlare, visto che come me ed Annalisa si è appena trasferito e non ha sostanzialmente amici.
- You will know..you will know...
Sempre senza guardarmi in viso ed allontanandosi, scurissimo.
Dopo un paio di numeri di questo tipo (mi siedo alla scrivania, e lui se ne va, lo incrocio nei corridoi che cammina da solo, e lui si rifugia di nuovo nel nostro ufficio...) il film mentale che mi stavo costruendo era che sarebbe finito tutto in questo modo:

Anche perchè, non so se ve l'ho detto, la Jacobs University fino alla fine degli anni '90 era una base militare, e gli edifici dentro e fuori ancora ricordano il posto. I nostri uffici erano tipo delle camerate, o cose così. Un mesetto di lavoro e niente socialità qui dentro (come quello che ha passato lui) potrebbe anche sortire questi effetti...

....

Dopo un pomeriggio passato in questo modo, nel quale la mia tensione era salita vertiginosamente ed avevo persino tediato la mia gentile collega con queste mie immagini mentali, il nostro ha espettorato con difficoltà e sofferenza la verità:

aveva appena accettato un'offerta per andare a lavorare in banca (per la quale lui stesso aveva fatto domanda mesi prima) in Svizzera, e doveva annunciare la cosa al proprio neo-capo di qui.

Che non gli ha fatto alcun problema personale, poi, nè alcun problema è sorto colla sua famiglia o la sua morosa, per sua stessa ammissione. Nessun problema al contorno, soltanto lo stress di dover decidere se cianciare nei prossimi anni di dischi di accrescimento stellari o di prodotti derivati e stock options.

Pare che il caso umano si configuri come dramma della decisione , cosa che non avevo mai visto coi miei occhi prima con tanta sofferenza.

Spero non vi capiti mai! (soprattutto da spettatori, se non vi dicono prima cos'è che sta succedendo).

lunedì 11 ottobre 2010

costruirsi un letto


"Penelope:

-Suvvia,Euriclea,apprestagli il solido letto

fuori dal talamo,già da lui costruito;

portate qui fuori il solido,e gettatevi

sopra coperte e pelli e guanciali lucenti.


Ulisse:

- Donna,hai detto parole davvero offensive.

Chi potrebbe altrove portare quel letto?

Arduo sarebbe anche a un esperto dell'arte,

se un dio non venga a spostarlo,a metterlo altrove
agevolmente.Nessuno fra gli uomini,vivo,

mortale,nel vigor dell'età,riuscirebbe

facilmente a rimuoverlo,perchè un grande segreto

è in quel letto,soltanto da me costruito.

Dentro il recinto un olivo sorgeva di fronde

fitte,fiorente:sembrava il suo tronco

una grossa colonna:intorno ad esso il talamo feci

con pietre connesse,e lo coprii di buon tetto,

porte ben salde vi posi con forti battenti.

Quindi la chioma recisi all'olivo frondoso,

ne sgrossai su dal ceppo parte del tronco,

lo piallai tutto intorno col bronzo

attento e con arte,lo feci diritto

a filo di squadra;per tanto un piede ne feci

di letto,e tutto forai col trivello;

il letto poi incominciai,finchè lo finii;

e d'oro l'ornai e d'argento e d'avorio,

e cinghie di cuoio vi tesi,tinte di porpora.


E' questo,donna,il segreto,il segno. Non so

se fisso quel letto è ancora al suo posto,

o se divelto dal ceppo il tronco d'olivo

l'abbia qualcuno altrove portato."


[Odissea, libro 23]



Alcune mie considerazioni:


- costruirsi un letto matrimoniale sfrondando un ulivo e sgrossandone il ceppo è una bambinata rispetto a montarsi il Malm dell'Ikea e assemblare le reti assicina per assicina;


- se Penelope avesse ordinato alle serve di far spostare il Malm dell'Ikea dopo tutta la fatica necessaria ad Ulisse per assemblarlo, sono certo che lui l'avrebbe trattata come un Proco qualsiasi;


- se Penelope anzichè fare i suoi bei centrini gli avesse dato una mano a costruire il letto [come in vece la mia collega a Brema ha degnissimamente fatto, ndr], vedi che Ulisse sarebbe tornato qualche anno prima anzichè andare a Troia dicendo che usciva per le sigarette.



domenica 10 ottobre 2010