martedì 25 gennaio 2011

questo è il fin di chi fa mal

C'è questo tizio, un uomo ricco sfondato, perennemente intento a compiere delitti e sostenere a gran voce tutte le proprie menzogne, che paga i suoi sgherri per i suoi loschi affari e da loro viene difeso davanti a tutti, e non perde occasione di fare sfoggio di potere e meschinità, vantandosi delle sue prodezze, e seduce ed abusa di tutte le donne che incontra, nonostante abbia un aspetto fisico oggettivamente pietoso...

E' il Don Giovanni di Mozart che abbiamo visto sabato, cosa avete capito.
D'accordo, poteva anche essere quell'altro tizio lì, lo so bene, ma a legger bene ho scritto "seduce ed abusa di tutte le donne", non "paga ed abusa". Il resto però poteva anche andare.

Insomma abbiamo visto questo Don Giovanni del tutto assurdo, con orchestra e cantanti e coro tutti impeccabili (almeno per quanto posso arrivare a capire), ma vestiti e collocati al giorno d'oggi. Tipo Leporello (il servitore di Don Giovanni) declama la lista delle belle che amò il signor suo non con un libro di carta, ma con un Iphone.
E gli sposini insidiati dal medesimo Don Giovanni sono vestiti come truzzi anni'90, e bevono birra grigliando wursterl (giustamente, essendo in Germania..). Notevole anche il ricorso ad atti sessuali orali mimati, e Donna Anna che canta (benissimo) in reggicalze. Non penso fossero proprio nel libretto originale.
Strano, di solito uno è abiutato a vedere le dame del '700 e i cavalieri col mantello ed il cappello a punta. Ma, si rifletteva: questi abiti forse ai contemporanei dell'opera risultavano a noi come i suddetti abiti da truzzi e magnaccia russi che il regista di sabato ci ha propinato.

In ogni caso: gran soddisfazione ad essere tra i pochissimi in sala a non avere bisogno di leggere i sottotitoli a lato del palco, essendo l'opera scritta in italiano.

A PROPOSITO (per i non vittoriesi): il libretto fu scritto nel 1787 da tale Lorenzo da Ponte, nato a Vittorio Veneto (che allora non si chiamava così). Il quale, emigrante anche lui, divenne in seguito anche il primo professore di lingua italiana della Columbia University, sapevatelo!


P.S.
Per la cronaca, quel Don Giovanni di fronte alla resa dei conti finale (fantasmi del passato, etc) decide se non altro di sprofondare nell'Inferno e non chiede sconti ai demoni dell'inferno. Per altri temo che una seconda Hammammet già si prepari (probabilmente direttamente in Italia).